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L’Italia e l’inquinamento

Nove persone su dieci vivono in luoghi con livelli di inquinamento più alti di quelli raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. La zona più critica è l’area di Milano e hinterland. Le cause principali: traffico stradale, agricoltura e riscaldamento a biomasse legnose.

L’Italia è tra i peggiori paesi europei per l’inquinamento atmosferico che causa più morti degli incidenti stradali con 1.500 decessi per milione di abitanti.
La zona più inquinata dalle PM2,5 è la Pianura Padana, soprattutto intorno a Milano e fra Venezia e Padova. Poi Napoli, Taranto, Benevento, Roma e la valle dell’Arno. Il 35% delle polveri sottili Pm10 di Milano (la zona d’Italia più inquinata dal particolato) proviene dall’agricoltura che emette nell’atmosfera ammoniaca (NH3), dai fertilizzanti e dalle deiezioni degli allevamenti. L’ammoniaca nell’aria reagisce con nitrati e solfati (prodotti dagli scappamenti delle auto) e forma particolato fine. L’agricoltura è responsabile del 96% delle emissioni italiane di ammoniaca. Secondo i ricercatori, il mndo dell’agricoltura deve promuovere interventi utili a ridurre l’azoto in eccesso nei terreni (con agricoltura di precisione e copertura dei suoli), mitigare l’impatto degli allevamenti (attraverso mangimi speciali e la produzione di biometano) e sviluppare l’agricoltura biologica.

Tra le misure per ridurre lo smog, si consiglia una strategia nazionale utile a migliorare la qualità dell’aria. Si deve puntare alla riduzione di tutti gli inquinanti  e alla prevenzione, alla riduzione del numero delle auto private, agli investimenti sul trasporto pubblico urbano, all’aumento dei mezzi elettrici e ibridi, al rinnovo degli impianti di riscaldamento. Occorrono, inoltre, limiti più severi per le emissioni di zolfo e composti organici volatili.

 

E. D'Atri, S. Zichella

Classe III B
Plesso N. Zingarelli