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Viaggio in una goccia d’acqua: la mia favola

Nell’ambito dell’attività: “La vita in un goccia d’acqua”, svoltasi  con la prof.ssa Antonietta Candela, dopo la Visita al Museo di Storia Naturale di Foggia, è stato prodotto questo testo di scrittura creativa. Buona lettura!

Viaggio in una goccia d’acqua: la mia favola.

Una bambina, abbandonata in una giungla a soli 8 anni, passeggiava nel verde, quando vide su una foglia una goccia d’acqua. La guardava incantata e vide delle immagini. La goccia conteneva al suo interno una meravigliosa favola che la bambina ora ci racconterà.

Un giovane antilope maschio, in uno dei caldi pomeriggi tipici della savana, decise di fare una passeggiata.  Ovviamente chiese prima il permesso ai suoi premurosissimi genitori che, certamente, dissero di no. Non sono stupidi, mandare un piccolo e indifeso antilope nella savana… Non si sa mai cosa può succedere… Ma il testardo cucciolo non ascoltò i genitori. Aspettò che andassero entrambi a dormire (perché lui sapeva che erano dei gran dormiglioni) e uscì. Mentre passeggiava per la savana tranquillo, spensierato e, soprattutto, soddisfatto, sentì un fruscio tra gli alberi. Si girò, guardò e riguardò, ma nulla. E continuò con la sua passeggiata.  Ad un tratto, sentì di nuovo il fruscio; mentre si girava, si ritrovò un leone enorme proprio davanti a lui. L’antilope tremava come una foglia; ma, sapendo di essere veloce, riuscì a scappare gridando, inseguito ovviamente dal feroce predatore. I genitori dell’antilope, fortunatamente, sentirono i richiami del loro cucciolo e accorsero immediatamente. Proprio quando arrivarono, il leone stava per sbranare la sua preda, ma lo spaventarono e lo colpirono così agguerriti che andò via. Il cucciolo andò dai suoi genitori promettendo loro di non fare più cose del genere. Ma, comunque, il piccolo meritava una punizione ed è stata quella di essere sorvegliato giorno e notte dai suoi genitori.

Bisogna sempre ubbidire ai propri genitori, no?

 

Maria Attanasio

Classe I B