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La storia del Carnevale di Putignano

Nella prima metà del ‘900 gli artigiani di Putignano fanno il loro ingresso da protagonisti nel Carnevale di Putignano, mettendo arte, passione e competenza. Con il tempo, i piccoli carretti con pupazzi di paglia e stracci vengono sostituiti dai primi carri allegorici. La sfilata dei carri richiama l’intero paese e diverte tutti i ceti. Il Carnevale, non più esclusivo dei contadini, diventa la festa di tutti. Negli anni ’50, si inizia ad utilizzare la cartapesta e si introducono molte tecniche lavorative: al filo di ferro e alla carta di giornale, inizia ad affiancarsi la lavorazione dell’argilla, facilmente reperibile e a basso costo.
Dal 26 dicembre al martedì grasso è un susseguirsi di riti, tradizioni, sfilate e processioni. Ne è un esempio il 26 dicembre, giorno di Santo Stefano e delle Propaggini, così come il 17 gennaio, giorno di Sant’Antonio Abate, che segna l’inizio del carnevale. Da questo momento, le settimane sono segnate dalla centralità dei giovedì. Ogni giovedì, infatti, si porta sul palco una storia e un gruppo sociale ben preciso: i Monsignori, i Preti, le Monache, i Vedovi, i Pazzi (i giovani non ancora sposati), le Donne sposate…

Di giovedì in giovedì, si arriva al martedì grasso, giorno di chiusura del Carnevale e del gran finale in notturna. I 365 rintocchi della Campana dei Maccheroni scandiscono, ufficialmente, la fine dei festeggiamenti e l’inizio della Quaresima.

Maria Attanasio, Giulia Marseglia

Classe II B
Plesso N. Zingarelli