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Preferivo andare a scuola…

Altre scosse continuano a tormentare il centro Italia.

Come ogni solito e noioso giorno sono presa dal preparare lo zaino per andare a scuola. Una volta finito, scendo da casa e mi ritrovo con la mia compagna di classe e insieme ci incamminiamo verso scuola… quando, all’improvviso, la terra sotto i nostri piedi trema! Intorno a noi polvere, urla, pianti e gente che corre da ogni parte come impazzita. In realtà era solo tanto impaurita e sconvolta da ciò che stava vivendo e che non ancora finisce…” Questo è ciò che abbiamo provato ad immaginare sia vivere il terremoto.

E se accadesse anche qui? E se domenica 30 ottobre alle 7.40 non fosse stata domenica, ma lunedì… Un gelido pensiero assale me e i miei compagni che, per fortuna, possiamo parlarne a scuola con i nostri insegnanti; invece, per tutti i bambini e gli studenti umbri e marchigiani non si può dire lo stesso. Le scosse hanno lesionato gravemente le loro scuole o, addirittura, in alcuni casi, sono crollate del tutto. Fortunatamente niente vittime. Per molti non andare a scuola sarebbe un sogno, però questa volta andarci sarebbe la cosa migliore. Tutti noi dovremmo ritenerci fortunati perché abbiamo gli spazi e la possibilità di studiare: l’istruzione è un diritto di cui tutti noi dovremmo poter usufruire perché siamo il futuro.

Abbiamo voluto scrivere questo articolo per dire ai nostri compagni che vivono la scuola in modo negativo di pensare ai loro coetanei colpiti dal terremoto che invece vorrebbero andarci e non vorrebbero vivere in tende con la paura di sempre nuove scosse. Poter andare a scuola per loro è normalità.

Chiara Piccirillo, Giorgia Gobbi

Classe II A